Il tempo della giungla silente (1927-1943)
L’avvento del regime fascista
“Ho potato le rose del mio giardino, qui nel Kenya: Non è certo un servizio di prim’ordine, in tempo di guerra! Non ne sono molto fiero ma è tutto ciò che il dottore mi permette di fare come esercizio all’aperto.
Avevo tagliato alcune piante così a fondo che temevo di aver esagerato e forse di averle uccise; invece, niente di tutto ciò. Grazie al nostro alternarsi di sole e di pioggia stanno buttando dei forti e bei germogli e si accingono a fiorire meglio di prima, grazie all’operazione subita. Così sarà nel nostro roseto scout.
La guerra ha potato il nostro roseto scout. Ma le radici sono rimaste e quando, come Iddio vorrà, la primavera della pace sarà tornata, le piante getteranno nuovi tralci in maggior forza e numero che mai. Con piante così promettenti spetta ai nostri giardinieri fare del proprio meglio per coltivare le “radici” e per conservarne la volontà di tirare avanti allegramente, così da essere preparati con fiducia per la stagione dei fiori che certamente verrà”. [BADEN POWELL da “The Scouter”, ottobre 1940]
Lo sviluppo dello scautismo durante gli anni ’20 cominciò a sentire le prime difficoltà già a partire dal 1922 anno del primo governo Mussolini.
In realtà il fascismo alle sue origini non aveva ancora maturato un progetto educativo per le classi giovanili ma è ovvio che, come tutti i regimi totalitari, avrebbe dovuto individuare sistemi di accentramento culturale ed egemonia anche nell’educazione delle classi più giovani. Ovviamente in Italia questo avrebbe determinato la nascita di contrasti anche con la Chiesa se non opportunamente studiati e gestiti.
La fascistizzazione della società e delle generazioni più giovani si sviluppò presto con un sistema educativo che si evidenziò in contrasto con i concetti di autoformazione e responsabilità individuale propri dello scautismo.
Già con i primi decreti del 1923 che imponevano lo scioglimento di gruppi ad inquadramento militare di qualsiasi partito si ebbero le prime azioni di scioglimento anche di gruppi scout ASCI in Italia. Solo con l’intervento della Santa Sede questo fu inizialmente evitato.
Eppure, gli attacchi delle milizie ai gruppi scout ASCI continuarono anche in luoghi ai confini con il Mantovano. In particolare, ad Argenta in provincia di Ferrara le milizie uccisero un giovane sacerdote Don Giovanni Minzoni, che coraggiosamente aveva formato e portato avanti un gruppo di esploratori alfine di contrastare l’influenza dell’educazione fascista sugli stessi. Altri incidenti avvennero anche nel modenese a Finale Emilia.
Nel mantovano si rilevano già a partire dal 1924 le prime segnalazioni delle attività degli esploratori nei verbali della Questura. Avvengono le prime aggressioni verbali da parte degli squadristi agli esploratori in uniforme. Dagli insulti si passò ben presto alle violenze sistematiche all’indomani del delitto Matteotti. Il 20 settembre 1925 un gruppo di scout di ritorno dal Santuario delle Grazie (MN) venne picchiato da squadre fasciste e il 18 agosto del 1926 una squadra fascista fece irruzione nella canonica della Cattedrale di Sant’Andrea in cui il Mantova 2 aveva la sede. Qualche giorno dopo la sede del movimento avanguardista (movimento fascista) viene danneggiata e la responsabilità viene fatta ricadere su un gruppo di esploratori. Tale accadimento determinò l’emanazione di un decreto prefettizio che ordinava lo scioglimento di tutte le squadre scout esistenti nella provincia. Nonostante la totale estraneità ai fatti degli esploratori, la diocesi non riuscì e non volle persuadere il Governo nella decisione e pertanto si andò verso la totale chiusura dei Riparti e delle loro sedi. Nel mantovano pertanto, avvenne in anticipo, quanto poi il Governo fascista fece nell’anno successivo.
Lo scioglimento dell’ASCI (1927-1928)
L’ASCI cercò in tutti i modi di sopravvivere anche nel contesto ostile che si era creato avendo nella Chiesa il proprio baluardo e coinvolgendo sempre di più i sacerdoti nella vita dei gruppi scout alfine di poter preservare la sopravvivenza degli stessi nei paesi. Ma tra il 1926 e il 1928 i vari decreti governativi portarono allo scioglimento di tutte le associazioni giovanili non governative e il 6 maggio 1928, il Consiglio Generale dell’ASCI ratificò lo scioglimento.
La soppressione delle associazioni scout italiane del 1927 (decreto-legge del 19 maggio 1927) bloccò la crescita dello scautismo cattolico italiano nel suo momento di più evidente sviluppo metodologico e numerico; il movimento, tuttavia, sopravvisse in clandestinità.
La clandestinità
Subito dopo la promulgazione delle Leggi fascistissime, che decretavano lo scioglimento di tutte le organizzazioni che promuovessero l'educazione morale e spirituale dei giovani, alcuni scout in varie parti d'Italia si rifiutarono di deporre guidoni e fiamme. Le attività clandestine si svilupparono in maniera diversa in particolare nei grandi centri urbani.
Se lo scautismo si sviluppò in Italia per volere di personaggi illustri che dall’alto delle loro capacità ed influenze riuscirono in pochi anni a sviluppare un movimento organizzato e capillare sulla penisola. A seguito dello scioglimento dell’ASCI, la continuazione del movimento si concretizzò invece nella volontà di singoli gruppi che per necessità e opportunità non avevano collegamenti tra loro. Lo scautismo da qui non risulterà più un’opera per la gioventù ma un movimento giovanile autodeterminato.
A Milano, in particolare, Giulio Uccellini, detto Kelly, con Don Andrea Ghetti, detto Baden, si misero a capo di un gruppo di scout clandestini, le Aquile Randagie, riparto che raccolse diversi ragazzi dei disciolti Riparti milanesi, e continuò le attività prima sotto forma di esploratori e, col passare degli anni, nel roverismo, adattando i modelli francesi alla realtà italiana. Le Aquile chiamarono questo periodo della "giungla silente" e giurarono di resistere un giorno in più del fascismo.
Nonostante le intimidazioni e i pericoli, il gruppo continuò a tenere riunioni clandestine e svolse perfino uscite e campi estivi; riuscì perfino a mantenere rapporti con i movimenti d’oltralpe, partecipando a due Jamboree. Grazie a loro, la storia dello scautismo cattolico non ha subito alcuna interruzione riuscendo a superare il regime e la guerra.
La Guerra
L’entrata in guerra dell’Italia determinò per molti giovani la chiamata alle armi e l’allontanamento dalle proprie case e paesi. Alcuni gruppi scout però riuscirono a mantenere un servizio di supporto alle famiglie se si prende a riferimento la storia del gruppo Aquile Randagie, essi furono in prima linea, insieme alla rete creata da numerosi sacerdoti, nell’aiutare centinaia di persone a scappare in particolare, dopo l’armistizio del ’43, dalla ferocia nazista.
Ostiglia durante il conflitto
Durante la Seconda guerra mondiale Ostiglia subì numerosi bombardamenti aerei da parte degli angloamericani, a causa della stretta vicinanza al ponte ferroviario sul Po. Venne liberata dalla 88° Divisione di fanteria americana che, il 25 aprile 1945 attraversò il Po, diretta a Verona.